Patologie Cardiovascolari, attività fisica generale e sintesi delle evidenze scientifiche (fonte ACSM).
David Bertoli Personal Master Trainer – Online Coach –Nutritional Sport Consultant – Lifestyle & Wellness Coach – Health Coach.
– Relazione tra attività/esercizio e morbilità e mortalità da patologie cardiovascolari:
studi recenti confermano l’esistenza di una forte relazione inversa tra la quantità di attività fisica abitualmente praticata e la morbilità e mortalità da CHD e CVD.
Sia per gli uomini che per le donne di mezza età o di età più avanzata, la sedentarietà rappresenta un serio, fondamentale e indipendente fattore di rischio.
I praticanti di attività fisica moderata sono soggetti al 20% di rischio in meno rispetto agli individui meno attivi, mentre quelli che eseguono attività fisica ad intensità più alta, arrivano a circa il 30% di riduzione del rischio.
Sebbene ad oggi ci siano pochi dati inerenti al razza e l’etnia, appare evidente che la relazione tra l’attività fisica/esercizio fisico e la morbilità e mortalità da CVD è applicabile a individui appartenenti a qualsiasi etnia.
– Relazione Dose-Risposta tra attività fisica/esercizio e morbilità e mortalità da patologie cardiovascolari:
esiste una relazione inversa tra le manifestazioni cliniche di CVD e l’attività fisica abituale per un’ampia gamma di tipologie, quantità ed intensità dell’attività stessa.
Gli individui a maggior rischio sono quelli meno attivi che passano la maggior parte delle proprie giornate in attività a basso dispendio energetico.
Se paragonati ad individui particolarmente sedentari, i praticanti, sia uomini che donne, anche di minime quantità di attività ad intensità moderata, ad esempio 60 minuti alla settimana di camminata veloce, presentano un rischio significativamente inferiore di manifestazioni cliniche di CVD.
Coloro, sia uomini che donne, che accumulano un “maggior volume” di cammino, o che lo eseguono ad un ritmo più sostenuto, si collocano ad un tasso di rischio ancora inferiore.
Si iniziano a trarre benefici dall’attività fisica a partire da un minimo di 150 minuti alla settimana ad un livello di intensità moderata (da 3 a 6 MET).
Un maggiore volume di attività sembra apportare benefici maggiori, anche se la relazione dose-risposta non è ancora stata definita con precisione.
Un’attività ad intensità sostenuta (>6 MET) se praticata per una durata paragonabile a quella spesa per un’attività ad intensità moderata, produce un dispendio energetico ancora maggiore e si associa ad un ulteriore riduzione di CVD.
IMPORTANTE: e’ doveroso fare presente che recentemente, l’American College of Sport and Medicine (ACSM), sta mettendo sotto la lente di ingrandimento una serie di dati relativi all’aumento delle problematiche cardiovascolari in soggetti di sempre più in giovane età e l’eventuale correlazione con la diffusione generalizzata delle discipline ad elevata intensità e medio/breve durata, spesso associata ad elevata frequenza, che sempre più vengono proposte in modalità non del tutto adeguata a persone probabilmente non aventi la giusta preparazione, caratteristiche fisiche e senza inoltre apportare tutte le dovute premure, prevenzioni e raccomandazioni che sono d’obbligo per la proposta di determinate attività.
David Bertoli Personal Master Trainer – Online Coach –Nutritional Sport Consultant – Lifestyle & Wellness Coach – Health Coach.